Airone cenerino

Airone cenerino | Archivio APAM, P. Bolla

Testi e file audio tratti da: www.uccellidaproteggere.it - Il primo portale sullo stato di conservazione dell’avifauna in Italia

Classe: Aves (Uccelli)
Ordine: Ciconiformes
Famiglia: Ardeidae
Specie: Ardea cinerea
Nome comune: airone cenerino


È l'airone cenerino il più conosciuto tra gli ardeidi nella nostra zona perché frequenta prati umidi e torrenti anche nei pressi di centri urbani e abitati. Ha una colorazione bianco grigia e è il più grande degli aironi europei.
Il colore è grigio uniforme, se viene osservato da sotto, mentre il dorso e le ali sono più chiare. Il collo è molto lungo e assume la forma caratteristica di una S anche durante il volo, fatto di battiti lenti e molto ampi. Sopra l'occhio piccole piume nere disegnano un sopracciglio marcato che prosegue con un lungo ciuffo scuro dietro al capo. Caccia sia di giorno sia di notte: divora pesciolini, fonte primaria della sua dieta, ma non disdegna anfibi e piccoli mammiferi.

Nella Riserva Naturale Crava-Morozzo possiamo verificare la sua presenza in tutte le stagioni: è frequente vedere esemplari intenti nell'impresa di procurarsi il cibo con costanza e pazienza. La tecnica di caccia consiste nel rimanere immobile, con le lunghe zampe immerse nell'acqua finché, che con uno scatto improvviso, la malcapitata preda viene infilzata con il becco appuntito dalla forma di pugnale e inghiottita in un sol boccone.

L'airone cenerino non compie lunghe migrazioni e già da febbraio inizia la costruzione del nido raccogliendo lunghi rami e intrecciandoli per accogliere la covata che di solito è costituita da 3 a 5 uova. Gli aironi formano vere e proprie colonie, le cosiddette garzaie, su alberi come pioppi e salici. I pulcini vengo accuditi da entrambi i genitori per quasi due mesi e nutriti giorno e notte.


Distribuzione e habitat

La distribuzione della specie è legata alla presenza di boschi di pianura di alto fusto, pioppeti coltivati, alberate in prossimità di zone umide e corsi d'acqua.
In Italia è molto diffuso specialmente al nord, lungo i maggiori fiumi e torrenti della Pianura Padana, presso le risaie piemontesi e lombarde e nelle vicinanza di laghi e bacini naturali e artificiali. Generalmente predilige vivere in pianura ma riesce a cavarsela molto bene anche a 2000 m: molti esemplari risalgono le Valli Cuneesi e raggiungono quote elevate specialmente dove possono trovare cibo e clima più fresco. Sono stati osservati esemplari che risalendo verso le sorgenti del torrente Pesio raggiungono la Certosa di Pesio e proseguono anche oltre.
Le condizioni di vita di questa specie sono a rischio per il taglio dei grandi alberi sui quali nidificano o per gli incidenti derivanti da impatti contro i cavi degli elettrodotti.


Protagonista di favole, sacro ad Atena

Fin dai tempi antichi gli aironi sono espressione di sapienza: i Greci consideravano questo animale sacro ad Atena, dea della sapienza, delle arti e delle scienze.
La comparsa di questi uccelli era considerata come un segno propizio: il volo dell'airone sopra le nuvole tempestose veniva preso come similitudine con le anime degli eletti che si allontanano dalle cose mondane e puntano lo sguardo verso il cielo. Inoltre il colore dell'airone, grigio o bianco era un segno inequivocabile della sua positiva indole religiosa in termini positivi perché il grigio è il colore della cenere, simbolo della penitenza, e il bianco è il colore della purezza.

Un airone è anche protagonista di una favola di Esopo insieme al lupo:

Il lupo e l'airone

Un lupo, avendo inghiottito un osso, andava in giro cercando colui che lo avrebbe curato. Ed essendosi imbattuto in un airone lo pregò di togliere l'osso dietro compenso. E quello avendo spinto la propria testa nella gola di lui estrasse l'osso e chiese il compenso concordato. Ma quello rispondendo disse: "Ehi tu, non ti accontenti di riportare sana la testa fuori dalla bocca di un lupo, ma addirittura pretendi un compenso?"

La favola dimostra che (è) un grandissimo ricambio di un beneficio da parte dei malvagi il (fatto di) non subire anche dei torti da loro.

Esopo, Il lupo e l'airone (Favola CLXI)



Testi e file audio tratti da: www.uccellidaproteggere.it - Il primo portale sullo stato di conservazione dell’avifauna in Italia