Martin pescatore

Biodiversità a portata di mano

Martin pescatore | Archivio APAM, S. Basileo

Testi e file audio tratti da: www.uccellidaproteggere.it - Il primo portale sullo stato di conservazione dell’avifauna in Italia

Classe: Aves (Uccelli)
Ordine: Coraciformes
Famiglia: Alcedinidae
Specie: Alcedo atthis
Nome comune: martin pescatore


Sicuramente è uno degli uccelli più fotografati della Riserva Naturale Crava-Morozzo. Il motivo principale degli scatti è la sua bellezza: il suo piumaggio è turchese brillante e verde smeraldo sul dorso, mentre il petto è di color arancione. Inconfondibile. Altro motivo per il quale viene spesso immortalato da fotografi e ornitologi è il risultato del suo comportamento: è un uccello che sta a lungo posato su rami e tronchi. Nella Riserva sono stati appositamente posizionati alberi e rami secchi nelle vicinanze degli osservatori, veri e propri posatoi naturali: lo si può osservare bene quando è in procinto di lanciarsi in picchiata sulla potenziale preda. Se la pesca va a buon fine il martin pescatore riemerge dall'acqua, si sistema su un masso, sbatte la preda più volte sulla pietra e con estrema voracità la divora, intera. Subito dopo il lauto banchetto il martin pescatore rimane immobile, appesantito dalla sua pancia troppo piena. Istanti che potrebbero mettere in pericolo la sua esistenza perché per un certo lasso di tempo non ha la forza di prendere il volo: fintanto che la digestione non lo alleggerisce un po' rimane fermo, in attesa di intraprendere una nuova abbuffata.

La sua dieta è costituita da piccoli pesci che, non completamente digeriti, vengono espulsi attraverso borre caratteristiche piene di lische e squame, che solitamente il martin pescatore rigurgita nelle vicinanze del nido.
La “casa” del martin pescatore è una cavità lunga anche oltre un metro che termina con una larga camera: la coppia scava la galleria energeticamente con le zampe e il becco bucando le rive scoscese e argillose dei torrenti. L'entrata, di 5 cm circa di diametro, si trova solitamente a circa 60-80 cm al di sopra della superficie dell'acqua. La presenza di escrementi che colano dall'ingresso della tana sono un'indicazione certa dell'occupazione del covo perché i nidiacei non escono dal nido per evacuare: esso è costruito leggermente in discesa così da favorire la fuoriuscita delle sostanze espulse dai giovani inquilini. Un altro segnale di presenza del martin pescatore è il suo fischio penetrante e acuto che sprigiona durante le sue veloci incursioni sugli specchi d'acqua della Riserva Naturale Crava-Morozzo: un avvertimento per tutti, prede, predatori e visitatori!


Distribuzione e habitat

La specie ha sofferto parecchio sia per la progressiva cementificazione degli argini di fiumi e torrenti sia per l’inquinamento delle acque superficiali che hanno ridotto significativamente la sua diffusione: la sua sopravvivenza dipende dalla disponibilità di pesci.
Il martin pescatore è una specie minacciata in tutta Europa, tanto che è stata inserita nell'elenco delle specie prioritarie per le quali sono previste misure speciali di conservazione, nella direttiva 79/409 detta Uccelli adottata il 2 aprile del 1979 dall’allora Comunità Economica Europea (CEE). Tra gli interventi prioritari per la specie va dunque evidenziata la necessità di tutelare corsi d’acqua e zone umide, con particolare riferimento alla salvaguardia di scarpate argillose e terrose. È qui infatti che la specie costruisce il nido, e sono proprio queste formazioni ad essere spesso sacrificate durante i lavori di sistemazione dei corsi d'acqua.
La specie si dimostra poi particolarmente sensibile a inverni rigidi che però risolve spostandosi in zone con temperature più miti, colonizzando siti in precedenza abbandonati.


Che fame esagerata!

Il martin pescatore pesa appena 40 grammi, ma può ingoiare prede della sua stessa dimensione o anche più grandi. Dopo un pasto del genere appare gonfio e così appesantito che non riesce nemmeno a volare. Quando rientra al nido dopo aver consumato i pasti, il martin pescatore è solito pulirsi il becco sui rami degli arbusti vicino al foro di ingresso: l'ornitologo attento e discreto, con l'uso del suo binocolo, potrà individuare tracce di squame sui rametti tenendosi a debita distanza senza disturbare la vita famigliare di questa specie già così tormentata.



Testi e file audio tratti da: www.uccellidaproteggere.it - Il primo portale sullo stato di conservazione dell’avifauna in Italia