Tuffetto

Tuffetto | Archivio APAM, M. Giordano

Testi e file audio tratti da: www.uccellidaproteggere.it - Il primo portale sullo stato di conservazione dell’avifauna in Italia

Classe: Aves (Uccelli)
Ordine: Podicipediformes
Famiglia: Podicipediformes
Specie: Tachybaptus ruficollis
Nome comune: tuffetto


Da sempre il tuffetto è il simbolo di questo piccolo lembo di pianura lungo il torrente Pesio tutelato prima come Oasi Lipu nel lontano 1979 e successivamente come Riserva Regionale dal 1987.
Il tuffetto è il più piccolo degli svassi e quando galleggia in acqua il suo aspetto è quello di una palla di penne e piume, che a malapena raggiunge un peso di due etti e mezzo, così piccolo che sta in una mano: ha un colore bruno in inverno, mentre in estate il suo piumaggio assume una colorazione più rossiccia lungo il collo e tra l'occhio e il becco compare una tipica macchia chiara.

Si tuffa con estrema facilità tra le acque dei vari bacini, immergendosi completamente per cacciare piccoli pesci, girini e anfibi, riemergendo anche a metri di distanza. La coppia costruisce il nido sopra il pelo dell'acqua utilizzando accumuli di vegetazione che recupera sulla sponda dei bacini e ancorandolo saldamente alla vegetazione ripariale.
Maschio e femmina sono simili tra loro e accudiscono alternativamente la nidiata: sono soliti coprire le uova deposte con altra vegetazione così da proteggere i nascituri da eventuali predatori, come le nutrie e altri uccelli. I pulcini sono abili nuotatori fin dalla nascita, ma le loro prime uscite si svolgono prevalentemente sul dorso di mamma e papà.
Il verso del tuffetto è acuto ed energico. Il suo richiamo è spesso prolungato e attira subito l’attenzione di chi transita vicino ai bacini della Riserva Naturale Crava-Morozzo.


Distribuzione e habitat

Il tuffetto è una specie diffusa con diverse sottospecie in Europa, Asia, Africa e Australia. Attualmente esso è classificato come sicuro, anche se inserito tra le specie protette dalla Direttiva Uccelli, con uno stato di conservazione favorevole sia a livello continentale sia all’interno dell’Europa “comunitaria”, ove la popolazione nidificante è risultata stabile nel decennio 1990-2000. Nello stesso periodo, il contingente svernante è risultato in leggero aumento, mentre le fluttuazioni riscontrate sono con tutta probabilità ascrivibili al mutare delle condizioni meteorologiche invernali. Le principali minacce alla specie derivano dalla cementificazione delle sponde dei bacini, dalle trasformazioni ambientali, dall’inquinamento e dalle variazioni del livello delle acque nel periodo riproduttivo.
Frequenta le zone umide sia d’acqua dolce che leggermente salmastra anche di ridotte dimensioni, purché ci sia un’abbondante vegetazione sommersa e ripariale.


3 2 1... immersione!

Quando si sente disturbato preferisce allontanarsi immergendosi sott’acqua anziché prendere il volo. Spesso rimane nascosto a pelo d'acqua, tenendo fuori solo il capo per respirare e osservare attentamente la situazione. Se il disturbo diventa un vero e proprio pericolo, sfrutta tutta la sua energia per spiccare il volo: il battito delle ali si intensifica e corre sulle acque fintanto che si stacca dalla superficie del bacino per raggiungere un riparo sicuro tra la vegetazione più vicina.



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